Il rio Gambis, affluente dell’Avisio, storicamente alimentava il funzionamento di molte botteghe. Le sue acque venivano convogliate verso ruote, generalmente di legno e di vario diametro. Il movimento di queste ruote era la forza motrice di tintorie, concerie, segherie, mulini di vario tipo, pestini, officine meccaniche. Il lavoro artigianale sulle rive del Gambis continuò, con alterne fortune, fino alla seconda Guerra Mondiale dopodiché, con l’avvento della elettrificazione, andò via via diminuendo fino a completa sparizione.
Di questo antico passato rimane testimonianza la bella Segheria Veneziana di proprietà del Comune di Cavalese. Il legname, che si ricavava dai boschi di
proprietà del Comune di Cavalese, veniva segato in circa cinque mesi di lavoro da due segantini appositamente ingaggiati, che lavoravano ininterrottamente, a turni di dodici ore. La scoperta del funzionamento della segheria è un tuffo in una civiltà forestale del passato, che risulta a tutti gli effetti ancor viva.
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